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Dall’idea al progetto


ALDO MONDINO

Il popolo ebraico è il popolo della parola, non dell’immagine. La Torah inizia con la parola. Le arti figurative vengono solitamente messe da parte a causa di un’interpretazione, forse forzata, del secondo comandamento. Sono pochi i casi di pittori ebrei. Basti pensare a Pissarro, Chagall e, in Italia, Modigliani. Diverso è il caso dell’artigianato: abbiamo mezuzot, menorot e chanukkiot degne del nome del grande Cellini. La menorah e la chanukkiah, attraverso la luce, esplicano il rapporto che c’è tra l’uomo e D-o: illuminano come il Divino. È il Supremo che si cela. Sono miope, e quando ho creato la mia chanukkiah volevo dare l’impressione di una lampada liberty. Se la guardate vi sembrerà un ramo con delle foglie, tipico del periodo floreale, mentre le bacchette delle Bic a cui ho tolto il refill sembrano le bacchette di cristallo delle lampade austriache del periodo Jugendstil. Per questo l’ho chiamata Jugend Stilo. Come sempre nel mio lavoro c’è il ludus verbale e materiale, il sacro e il profano si fondono. Ci sono diversi modi per l’uomo di avvicinarsi al divino. Non possiamo dimenticare i quadri dei rabbini mentre pregano e non dobbiamo neanche limitarci a pensare che solo quelle immagini siano “preghiera”. I dervisci, con la loro danza, pregano. L’arte e la danza sono solo diversi modi di pregare.