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Dall’idea al progetto
ANTONIO RECALCATI
Non sono praticante e mi sono avvicinato all’ebraismo in modo molto “sottomesso”. Ho cominciato a pensare di lavorare alle chanukkiot quando sono rimasto affascinato dal gusto del pensiero. Chanukkah innanzi tutto è una ricorrenza che celebra una vicenda gioiosa, celebra la vita e la luce dopo secoli di sofferenza. Mi affascina questa cultura millenaria, ammiro il rapporto che lega indissolubilmente l’uomo a D-o. Senza alcun intermediario. Avete la caratteristica di tenere vivo qualsiasi rapporto. Lo ritengo un bisogno tipico della cultura. La cultura non sopravvive da sola.
Ha bisogno di una forza che l’aiuti a sopravvivere: la vostra forza è la tradizione. Rimane un legame che sembra essere trasmesso al momento del concepimento. Un legame che raramente vi permette di trasgredire le leggi mosaiche. Tra le chanukkiot che ho realizzato quella che preferisco è ovviamente la prima, del 1996. È una fusione in bronzo. Non è assolutamente importante il materiale, è quello che significa il motivo per il quale io la preferisco. I diversi bracci della chanukkiah sono creati da una sovrapposizione di fogli: sono i biglietti piegati che vengono inseriti nel Muro del Pianto.
Il motivo è quello di cui abbiamo già parlato prima: il fascino del mondo e della cultura ebraica mi ha avvicinato alle tradizioni. È il mio modo per tenere vive le tradizioni.