Il Monferrato Ebraico

Moncalvo: il Ghetto e la Sinagoga

Il visitatore proveniente da Asti o Casale rimane piacevolmente sorpreso nel vedere questo gruppo di case costruite sulle pendici di una collina. Percorrendo stretti vicoli medievali in forte pendenza, su cui si aprono negozietti di ogni tipo davanti ai quali sfilano persone che sembrano non sentire la fatica della salita, ammira in cima l’ampia piazza principale che assomiglia a una terrazza sospesa su un terreno lavorato e curato con amore da generazioni di contadini onesti, instancabili e ostinati.

Le spesse mura, che ora costituiscono le solide basi di edifici più recenti e gli ampi fossati  trasformati in ottime strade testimoniano di un passato essenzialmente militare, in cui Moncalvo affonda le proprie radici in cui resti di torri ricordano un antico castello di vaste dimensioni.

Al turista frettoloso che osserva gli edifici  che si affacciano sulla piazza facilmente sfugge una modesta costruzione, con un muro grigio e porte fatiscenti: era la sinagoga di Moncalvo, dietro di essa, in due stretti vicoli umidi, dal 1732 al 1848 sorgeva il ghetto.

L’edificio che ospitava la sala di preghiera si trova oggi vicino alla Cassa di Risparmio, è abbandonato e dimenticato ma basta chiedere informazioni alle persone del luogo per sentirle bisbigliare, con un tono di rispetto misto a paura e riluttanza, come se temessero di rivelare un segreto pericoloso, che questo edificio e’ “la chiesa degli ebrei”. Oltrepassando la porta, infatti, e’ ancora possibile intravedere una bella inscrizione che uno scalpellino ha cercato maldestramente di cancellare.
L’iscrizione, in ebraico e italiano, contiene un versetto di Isaia che rivela la funzione di oratorio che l’ edificio ha rivestito nel passato.

La presenza ebraica a Moncalvo oggi sopravvive solo nella memoria, dopo la chiusura della sinagoga e il trasferimento dei suoi ricchi arredi in Israele nel 1950. Gli ebrei  hanno lentamente abbandonato l’ insediamento fino a scomparire quasi del tutto.
Solo i muri, con il loro silenzio carico di significati e gli epitaffi sulle lapidi del cimitero continuano a testimoniare la vita di una delle comunità più ricche e influenti della città, una delle più importanti esistite in Piemonte nei secoli scorsi.